Conosci la psicopatia?

Il fisico Richard Feynman si stupiva di come i governi finanzino miliardi per la ricerca di pianeti extra-solari ma non si studino sistemi di difesa nel caso un asteroide in rotta di collisione con la Terra ci minacci di un impatto devastante. Circa 60 milioni di anni fa i dinosauri ne fecero le spese. I mammiferi occuparono gli spazi lasciati liberi e continuarono la trama di eventi che ha portato a Homo cosiddetto sapiens.

Il 29 luglio a Civitanova Marche un uomo in pieno giorno picchia fino ad uccidere un altro uomo che chiedeva l’elemosina, un uomo che viene da lontano e ha un colore della pelle diverso si presta bene per fare da bersaglio allo sfogo dei più bassi istinti. Lasciati andare senza freno, come i gerarchi nazisti si potevano concedere di fare con i prigionieri nei campi di sterminio. Quel senso di onnipotenza che come una droga spinge a picchiare fino alla morte.

Alla domanda se si sentisse cattivo un detenuto in carcere ha risposto all’intervistatore: “Come ti sei sentito l’ultima volta che hai schiacciato uno scarafaggio?” Agghiacciante.

Il fatto che le percosse fino alla morte avvengano in piazza e non in un campo di sterminio, e il fatto che avvenga sempre più spesso, deve lanciare un campanello di allarme per la nostra specie, al pari del possibile impatto di un asteroide. La psicopatia provoca danni sociali sottostimati. Il pericolo non viene dallo spazio sconfinato ma dagli abissi dentro di noi. Che conosciamo ancora poco come dimostrano i commenti che si possono leggere su molti media. E’ poco conosciuto il disturbo chiamato psicopatia. In psichiatria le diagnosi sono faccende estremamente delicate. E’ importante essere precisi e competenti e per questo lascio le etichette agli specialisti. Ma una cultura diffusa di cosa sia la psicopatia può aiutare a inquadrare molti casi che ciascuno di noi trova nella vita quotidiana e aiutare a tutelarsi. Davanti a uno psicopatico siamo inermi perché si esce dal campo delle regole di normale interazione sociale. Ci sono psicopatici violenti e ci sono i colletti bianchi. La mancanza di senso di colpa è il tratto distintivo più critico. Il criminale normale ha un gruppo di valori interiorizzati, quantunque deformati. Se viola quei modelli si sente in colpa. Gli psicopatici non hanno il minimo pensiero morale che li frena. Non hanno sentimenti di affetto anche se superficialmente sono in grado di simularli. Pensano solo al loro tornaconto immediato. Sul lavoro, in famiglia e in altre formazioni sociali portano veleno perché sono abili manipolatori e seduttori. Sempre mentitori con la faccia d’angelo.

Per strada invece, come nel caso di Alika ucciso a percosse a Civitanova, l’effetto mortifero della loro azione si conclude nel giro di qualche minuto. Può capitare ad ognuno di noi, in coda alla posta, a un semaforo, per uno sguardo che fa sentire giudicato lo psicopatico di turno.

Nessuno è intervenuto per cercare di fermare l’aggressore. Dubito che anche solo quarant’anni fa sarebbe potuto accadere. Cosa è successo nel frattempo? Un cambiamento sulla scena è evidente nella sua fisicità: i cellulari. Ci manca forse quella socialità fatta di pelle, sguardo, confronto continuo con la realtà a volte turbante dell’altro, presente a noi come noi stessi, nella sua fisicità, col suo diritto di esistere.

Io stesso sono stato vittima settimana scorsa di un uomo che davanti ai suoi figli piccoli mi ha insultato e afferrato per il collo. Motivo? L’ho pregato gentilmente di affrettarsi a uscire da un cancello che dovevo chiudere al termine di un centro estivo. Mi è andata meglio che ad Alika perché non sono nero di pelle e perché una mamma ha preso il cellulare per chiamare i Carabinieri. L’uomo si è allora diretto verso la donna pensando che stesse facendo un video e le ha strappato il cellulare di mano prima di tornare da me, che nel frattempo me la sono data a gambe. Un’altra signora ha aperto la porta del suo cortile e ha dato rifugio alla mamma e alla sua bambina. I Carabinieri arrivano quasi sempre tardi, ci vuole il presidio sociale della gente comune. Ho anche pensato che se fossi stato nero di pelle avrebbe stretto il collo più forte, probabilmente sarei morto come Alika. Ho empatizzato con lui e sua moglie Charity.

L’indomani io e la mamma siamo stati al Pronto soccorso dove ho passato tutto il giorno in codice verde e mi sono irrorato di raggi per una radiografia e una TAC. Seguirà coda dai Carabinieri per una denuncia, col timore di vendette, e un’attesa di X anni prima della richiesta di comparizione ad un processo. Noie che si vanno a sommare a quelle già presenti nella vita quotidiana di ognuno di noi, ma che vanno affrontate se non si vuole dire addio alla società, quel bene comune che ci separa dalla giungla e ci permette di vivere e che come l’aria è dato troppo spesso per scontato. Consiglio a tutti di munirsi dell’arma più efficace per difendersi dagli psicopatici: conoscerli.

Se lo conosci lo eviti, recitava uno slogan efficacie per la prevenzione dall’Aids. O almeno riduci i danni.

Il libro “La psicopatia” di Robert D. Hare, uno dei massimi esperti mondiali, è ricco di esempi in vari ambiti tra cui la delicata questione della psicopatia minorile, un libro avvincente e al tempo stesso rigoroso. Edito da Astrolabio. Per i palati più esigenti e curiosi sotto l’ombrellone. In alternativa, per conoscere la psicopatia, esistono molti buoni siti tra cui questo.

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2 Risposte a “Conosci la psicopatia?”

  1. Xa, scrivi davvero bene! Ma quindi sei stato aggredito… Come stai?
    Non credo che c’entri, ma se dei passanti avessero aiutato il povero Alika e nella colluttazione a seguito l’omicida si fosse sbucciato un ginocchio, per la legge a passare dalla parte del torto sarebbero stati i passanti.
    Quindi tutto giusto e tutto vero riguardo a psicopatia ed interazione sociale, alla base però c’è una giustizia che non funziona, non previene e non protegge.

    1. Sollevi una questione delicata. Non saprei bene cosa rispondere. C’è anche il reato di omissione di soccorso. L’umanità di chi esercita la giustizia può fare la differenza. E di certo mi fiderei dell’impulso di salvare una vita. Se mi condannassero sarebbe la giusta occasione per avviare la revisione della legge.

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