Ogni punto del Manifesto della comunicazione non ostile merita un approfondimento. Vorrei condividere una riflessione e tre link sull’idea di Parole come ponte. Una forma particolare di ostilità delle parole infatti è l’incomprensibilità della scrittura, vizio molto diffuso in Italia, come notava anche Primo Levi ne L’altrui mestiere1: “…parlare al prossimo in una lingua che il lettore non può capire può essere malvezzo di alcuni rivoluzionari, ma non è affatto uno strumento rivoluzionario: è invece un antico artificio espressivo, noto a tutte le chiese, vizio tipico della nostra classe politica, fondamento di tutti gli imperi coloniali”.

In Italia ci sono più di 5 milioni di stranieri residenti, 8 milioni di cittadini sotto i 14 anni, più di 2 milioni di analfabeti funzionali. Bastano già questi numeri per ricordare l’importanza di scrivere sui giornali in un italiano comprensibile per non escludere ampie parti della popolazione.

Scrivere concetti complessi in modo semplice e chiaro è d’altronde una bella sfida e aiuta l’autore a chiarire meglio i concetti che vuole esprimere.

A questo proposito segnalo tre siti interessanti:

– Il vocabolario di base della lingua italiana, frutto di un lavoro del linguista Tullio De Mauro, con la lista dei 7000 vocaboli usati più di frequente.

https://www.internazionale.it/opinione/tullio-de-mauro/2016/12/23/il-nuovo-vocabolario-di-base-della-lingua-italiana

– Il sito http://www.parlochiaro.it/ che contiene decine di recensioni di libri, film e musica scritte con il vocabolario di cui sopra, oltre che una ricca bibliografia sul webwriting.

– L’Antiburocratese un glossario delle espressioni più trite (ed evitabili) che trovate tra le tante altre risorse del sito https://dizionaripiu.zanichelli.it/

Chi ha fatto scuola in Italia sullo scrivere chiaro è stato Don Milani con i ragazzi della scuola di Barbiana. In “Lettera a una professoressa” descrivono il loro modo di scrivere. Cito in particolare il loro modo di rivedere il testo dopo la prima stesura2:

“…Comincia la gara a chi scopre parole da levare, aggettivi di troppo, ripetizioni, bugie, parole difficili, frasi troppo lunghe, due concetti in una frase sola”.

Una bella check list, non è vero? Spero che nello scrivere questo articolo non mi sia sfuggito nessuno di questi consigli. Ce n’era per dirla tutta anche un altro: quello di far rileggere agli estranei per vedere se si capisce. Nel caso chiedo a voi gentili lettori di segnalarlo nei commenti qui sotto. Grazie.

1 Edizioni Einaudi, p.49

2 Edizione Libera editrice fiorentina, pag. 126

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