Stanotte guardiamo le stelle

Un libro che vi farà vivere la speranza con l’intensità di un cielo stellato sopra il deserto.

Niente distrae dal desiderio di una vita migliore. Non è concesso.

Il protagonista è un bambino afghano che all’inizio ha otto anni e gioca coi sassi per passare il tempo. Ha un’unica ricchezza: l’affetto e l’esempio della sua famiglia, la sua base sicura.

I genitori gli vengono strappati da un missile che se li porta via così velocemente da strappare il cuore senza sentire dolore. Non c’è poi tempo per sentire il vuoto.

Bisogna correre, bisogna scappare da un paese dove la libertà è solo quella di scegliere se andare a morire per i signori della guerra o per mano loro.

Il fratello maggiore se ne prende cura tra mille peripezie al limite del pensabile e gli fa da mamma e da papà attraverso Iran, Pakistan, Turchia.

Alì è il fratello piccolo destinato a studiare, che passa però cinque anni all’ombra di rifugi clandestini. Il fratello maggiore è per Alì un modello di uomo dalla determinazione di ferro e con una dolcezza di una qualità che solo certi uomini sanno dare e che oggi si trova più nel terzo mondo che da noi.

Un modello maschile di affidabilità e forza che l’autore e protagonista ha avuto la fortuna di avere accanto per cinque anni e che è l’interlocutore della voce narrante per tutto il libro.

Ogni giorno, anche durante i lunghi mesi di attesa nelle pause del viaggio, l’inedia può uccidere come la debolezza di uscire allo scoperto in un cortile o litigare per un pezzo di pane. Le scelte sono guidate da un solo obbiettivo: vivere e spostarsi più a ovest.

Per riuscirci Alì cercherà sempre di non perdere la sua dignità, il bene più prezioso. Forse la fortuna di incontrare qualche persona buona sul suo percorso non è solo casuale.

Sono tanti i momenti commoventi del libro. Ne ricordo uno perché mi ha stupito: arrivato in Italia, sporco di fango e grasso del motore per il lungo viaggio passato sotto a un camion, affamato e sfinito, Alì, insieme a un compagno incontrato lungo la strada, spendono gli ultimi soldi che hanno per pagarsi un regolare biglietto del treno per arrivare a Roma. Il controllore è già pronto a farli scendere ma i due ragazzi possono esibire il biglietto e il controllore si scusa.

Lo stile è preciso come i fatti, i pensieri e le emozioni che racconta.

Si legge tutto d’un fiato ma merita di essere meditato e riletto, come il suo seguito, I ragazzi hanno grandi sogni, che aiuta a capire il vissuto, i desideri e le difficoltà dei minori che arrivano non accompagnati nel nostro paese.

Grazie a Lidia Aceto per la bella immagine

Alì Ehsani è nato nel 1989 a Kabul. Persi i genitori all’età di otto anni, è fuggito dall’Afghanistan insieme a suo fratello in cerca di un futuro migliore in Europa. Dopo un drammatico viaggio durato cinque anni, dal 2003 vive a Roma, dove si è laureato in Giurisprudenza e lavora come insegnante. Insieme a Francesco Casolo, ha scritto Stanotte guardiamo le stelle (2016), da cui è stato tratto il pluripremiato cortometraggio Baradar con la regia di Beppe Tufarulo, e I ragazzi hanno grandi sogni (Feltrinelli, 2018).

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Una risposta a “Stanotte guardiamo le stelle”

  1. Presti un libro ad un caro amico e scopri che l’ ha apprezzato al punto di volerlo recensire. Condivido in pieno la tua recensione ad un romanzo che con una leggerezza impressionante ci racconta situazioni tanto tragiche quanto quotidiane per tantissime persone. Mi ha colpito la consapevolezza del piccolo Ali di aver bisogno di qualcuno che si occupi di lui, una necessita’ che accomuna i cuccioli di ogni specie. Grazie Ali. Grazie Xavier

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